Con
questi versi, che ho il piacere di presentare (e il cui titolo fa
riferimento ad un singolare cetaceo, la “balena cadavere”, sorta
di affascinante ed enigmatico unicorno marino), l'autore prosegue,
per così dire, il suo scavo verbale nelle profondità ultime e prime
della materia e
insieme della parola, risalendo, o discendendo, da un lato al fondo
minerale, organico, precosciente delle strutture viventi (a cui può
alludere il mito di Deucalione e Pirra, con l'immagine degli uomini
nati dalla pietra, ma anche quello di Orfeo, con l'emblema della
lira-teschio che sparge per i mari il suo armonioso canto, e così
pure il rito romano del lituo con cui si traccia sulla terra la
proiezione del templum
celeste), dall'altro all'origine, ugualmente profonda e remota, della
tradizione letteraria, sia essa quella novecentesca, reboriana
montaliana sereniana, del residuo disincarnato, della scoria,
dell'oggetto abbandonato alla sua matericità apparentemente senza
redenzione, sia essa quella tout
court italiana (la
Povertà- Morte a cui «la
porta del piacer nessun disserra», l'arduo cimento intellettuale del
procedere, come lamentava Bonagiunta Orbicciani, «per forza di
scrittura», inevitabilmente perso, ormai, il diretto contatto con
quella naturalezza che pure s'insegue). (M. V.)
Deserto
Wanderlied
1
La
mia vita è una spira polverosa
di
passi sparsi in una valle d’ombra;
solo
sul sasso, la crepa, la spina,
lo
sguardo – uccello non di cielo – posa.
Quanto
dal giro, qui, dell’orizzonte, nel-
la
stanza della vista si disserra,
sono
figure
scheggiate
in selce
dal
pugno della luce:
veli
di sogni
che
illudono la vista
ma
eludono la mano, al-
la
fine della via che vi conduce.
E in questa truce, livida
rovina, cosa
viva
non v’è, che ti accompagni.
Dentro
l’azzurro
vano del tuo cielo, l’anima
tace,
contempla,
e
non riposa.
Le
ossa1
da
Deucalione prole fu alla madre / Wanderlied 8
Sto
qui, seduto, come un accampato,
sui
miei
talloni,
sotto il Cielo terso e vano,
pulito
da esauriti temporali:
immerso
nel
tepore
passeggero d’una tazza
d’acqua
sporca di tè,
cavata
dal silenzio di una fonte
tra
le pïetre,
simili
alle ossa
ferme
del mio cranio.
(nel
grembo della forte)
Mezzanotte
Sentila,
qui,
nel
ticchettìo fermo
del
mondo,
giunta
quasi per nostra
familïare
compagnia – grembo
di
grano e legno –,
l’ora
del
tarlo e del mulino,
della
scossa del vento nel-
la
polvere, del tremito
nell’ombra
dell’opera
del ragno:
la
forte mezzanotte, cuor di pietra,
a
macinar dolore, e farne crosta,
midolla
e pula – pane
per
l’assoluta fame della mente;
ed
a vestir della furiosa carne
dei
suoi pensieri e sensi,
dell’animo
le
scarne desolate
sacre
ossa.
Frammento
d’un Orfeo
Se
la morte l’ha desolato in vita,
lo
sa la selva e il cùculo che canta
la
fonda nota e la perpetua pendula
canzone
ch’egli ascolta,
ipnotizzato
all’ombra d’una pianta.
Ma
se l’uccello fugge
e
tace nella fronda, grigio-alato,
“e
qui sia tolta”, dice
“fratello,
col furore
l’illusione,
radice
prima
del nostro faticoso stato”.
Risveglio
(I)
Attendo
il giorno,
la
quiete ed il momento
in
cui del vivere
in
ultimo usurato
il
facile fiorire si esaurisca;
e
del groviglio spesso
delle
immaginazioni e degli affetti
in
antico animato
non
resti che lo stento di un arbusto,
il
velo della cenere, la scoria,
gracile
e secca e frusta la memoria
e
vuota: come il cuore di uno stelo
che
la feroce aurora
di
un polveroso sole ha soffocato.
Attendo
che raggiunga
me
silenzioso in ascolto quell’ora
in
cui si toglie all’avida
vista
il contento;
e,
tra le aperte diradate spoglie
del
faticoso allucinare spento,
coscienza
di se stessa può guardare
dolore
e nudità, e verità
del
vano sopravvivere cruento.
Attendo
il punto del mio compimento:
ché
l’animo, dolendosi, è perfetto.
Sia
stretto allora il suo freddo legame
sul
cuore segreto
del
mondo. E guerra sia porta da me
per
questa morta ed arida contrada:
spada
sia l’occhio, che mira deserto.
Sia
pur trista, perduta in cieco fondo
la
mia estrema strada.
1
Ad Angelo Mammone Rinaldi, compagno di tè e trekking.
Un caloroso 'grazie' a "La nuova provincia" per aver pubblicato queste mie poesie.
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