Visualizzazione post con etichetta ecologia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ecologia. Mostra tutti i post

giovedì 6 settembre 2018

Giselda Pontesilli, "Su 'Trittico e lamentazione' di Armando Rudi"




Leggendo Trittico e lamentazione del poeta di Mozzate, Armando Rudi, ci troviamo di fronte a un’idea di poesia come estroversione e introversione, e come reversibilità dell’una nell’altra: reversione continua, ciclica, perché, dopo le tre parti del Trittico (I Camini, Orti, Il Vento), canto esaltante dell’ambiente, del “paesaggio” culturale e naturale, c’è il controcanto, il ripiegamento interno e tremendo della Lamentazione (Lamentazione d’un Giobbe moderno), che noi però non  sentiamo come esito finale, bensì - talmente imponente e magnificante è stato il canto – come premessa d’un ritorno al canto, così come accade nel Libro Sapienziale di Giobbe, appunto.
Canto e controcanto sono, insomma, collegati, in una sorta di ricambio, di scambio simbolico; difatti, se qui ci fosse solo il canto, l’elogio dei camini, degli orti, del vento, noi – benché ammirati della sua esuberanza – penseremmo pur sempre trattarsi solo di uno sforzo volontaristico, supremo ma -in definitiva- di maniera, inautentico; invece, subito dopo Il Vento, il poeta scrive:

Poi succedono giorni senza vento.
Anche il figlio rimasto con il Padre
ha le sue crisi: crisi depressive.

E ha inizio, così, a inverare il canto, l’articolata, tormentata Lamentazione.

Ora, si deve osservare che I Camini che il poeta ci presenta non sono solo i comignoli di casali e case d’antan (il che sarebbe di nuovo accademismo, maniera), ma tutti i camini, anche quelli, apparentemente privi di interesse, che

sabato 24 ottobre 2015

Giselda Pontesilli, "Per Rosario Assunto (nel centenario della nascita)"





Rosario Assunto è, con Fedele d'Amico, il  professore che ho amato   ̶ che ho incontrato  all'Università:  entrambi, in gioventù, si comportarono in  modo  -a mio avviso-  "vociano", cioè con quel  fervore d'azione e  comprensione che molti, Carlo Martini (1) e Carlo Bo (2) per esempio, con parole indimenticabili, hanno cantato cantando la "Voce":  la prima, quella di Prezzolini, Slataper,   Jahier.
Rosario Assunto infatti ha condiviso da giovane il fervore d'azione e  comprensione di Adriano Olivetti, e firmato con lui, nel 1953,  il Manifesto, la Dichiarazione politica del Movimento Comunità; Fedele d'Amico, pochi anni prima (1943-'44),  ha  diretto il settimanale «Voce Operaia», organo del  Movimento Cattolici Comunisti.