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giovedì 6 settembre 2018
Giselda Pontesilli, "Su 'Trittico e lamentazione' di Armando Rudi"
Leggendo Trittico e lamentazione del poeta di Mozzate, Armando Rudi, ci troviamo di fronte a un’idea di poesia come estroversione e introversione, e come reversibilità dell’una nell’altra: reversione continua, ciclica, perché, dopo le tre parti del Trittico (I Camini, Orti, Il Vento), canto esaltante dell’ambiente, del “paesaggio” culturale e naturale, c’è il controcanto, il ripiegamento interno e tremendo della Lamentazione (Lamentazione d’un Giobbe moderno), che noi però non sentiamo come esito finale, bensì - talmente imponente e magnificante è stato il canto – come premessa d’un ritorno al canto, così come accade nel Libro Sapienziale di Giobbe, appunto.
Canto e controcanto sono, insomma, collegati, in una sorta di ricambio, di scambio simbolico; difatti, se qui ci fosse solo il canto, l’elogio dei camini, degli orti, del vento, noi – benché ammirati della sua esuberanza – penseremmo pur sempre trattarsi solo di uno sforzo volontaristico, supremo ma -in definitiva- di maniera, inautentico; invece, subito dopo Il Vento, il poeta scrive:
Poi succedono giorni senza vento.
Anche il figlio rimasto con il Padre
ha le sue crisi: crisi depressive.
E ha inizio, così, a inverare il canto, l’articolata, tormentata Lamentazione.
Ora, si deve osservare che I Camini che il poeta ci presenta non sono solo i comignoli di casali e case d’antan (il che sarebbe di nuovo accademismo, maniera), ma tutti i camini, anche quelli, apparentemente privi di interesse, che
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martedì 12 novembre 2013
Una poesia di Giselda Pontesilli
Come fa chiaro in noi,
così noi siamo
portati in un sol giorno a
grande altezza
e un borgo antico, una
campagna mesta
soccorriamo, al cui
risveglio e al nostro
è grande festa; come in
pianura
come in lieta brezza di
primavera
andiamo in un sol giorno
oltre le Alpi
a trovare un amico che ci
aspetta.
Oh! dolce vivere, dolce
parlare
ed essere concordi con
quel sempre
che è a noi passato,
futuro, presente.
Come una sola anima la
terra
allora è nuova e ovunque
di sé trova
immagine diversa,
risplendente.
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