giovedì 31 dicembre 2015

Postulati per una topologia del testo letterario come spazio semantico




I

Dati un testo letterario, o una porzione di testo letterario di ragionevole ampiezza e in sé semanticamente compiuta, la temporalità di ciascuno dei vettori semantici (intesi come sequenze di parole pertinenti al medesimo campo semantico, o a campi semantici limitrofi o metaforicamente o metonimicamente interconnessi) che lo attraversano sarà determinata dalla media dei valori numerici attribuiti a ciascuna parola sottraendo dal numero di accenti metrico-ritmici principali e secondari e di pause metrico-ritmiche o logico-sintattiche (interpunzione, cesura, fine verso) che (all'interno della porzione di testo prescelta) la precede quello di accenti metrico-ritmici principali e secondari e di pause metrico-ritmiche o logico-sintattiche (interpunzione, cesura, fine verso) che la segue. Qualora debba essere comparata la temporalità
dei vettori semantici in due testi diversi, ciò avverrà previo adeguamento scalare. 

II

Lo spazio semantico definito da un dato testo letterario, o da una data porzione significativa di un testo letterario, avrà tante dimensioni quanti sono i campi semantici richiamati dai raggruppamenti di parole che in esso si incontrano, ovvero dagli assi semantici in relazione a cui si definiscono i vettori semantici che lo attraversano.


III

Dati un testo letterario, o una porzione di testo letterario significativamente ampia, assimilati ad un sistema quantistico, ogni parola giacente su di un vettore semantico, assimilata ad un quantum di significato, potrà assumere, simultaneamente ed indeterministicamente, quattro diversi valori, dati: dalla differenza fra il numero di accenti metrici o prosodici, pause sintattiche, cesure o fini di verso che la precede e quello di analoghi elementi che la segue all'interno del verso (o, nella prosa, dell'unità sintattico-prosodica in cui essa è inserita); dalla differenza fra il numero di analoghi elementi che la segue e quello di analoghi elementi che la precede all'interno del verso (o, nella prosa, dell'unità sintattico-prosodica in cui essa è inserita); dalla differenza fra il numero di analoghi elementi che la precede e quello di analoghi elementi che la segue all'interno del testo o porzione di testo in questione; dalla differenza fra il numero di analoghi elementi che la segue e quello di analoghi elementi che la precede all'interno del testo o porzione di testo in questione.


IV

Com’è evidente, la somma dei valori posizionali assegnati a ciascuna parola nello spazio del testo letterario secondo il primo e il terzo di questi postulati sarà sempre pari a zero. Nello spazio-tempo del testo, la parola si annulla. Eppure non può vivere che in quello spazio-tempo. La parola non esiste che per azzerarsi in una assoluta e partecipata solitudine. La parola è sempre abbandonata nel vuoto del bianco. Il testo è una rete che trema eternamente su quel vuoto.

V

Ciò non toglie che si potranno attribuire, ai vettori semantici, valori quantitativi corrispondenti a sequenze numeriche costituite dai valori positivi o da quelli negativi attribuibili (in relazione alla totalità dello spazio testuale considerato) alle parole che giacciono su ciascuno di essi. I rapporti fra le sequenze numeriche rispecchianti i diversi vettori semantici descriveranno e attraverseranno le aree semantiche del testo.

VI

Si potrà introdurre il principio della covarianza fonosemantica. Si potrà cioè osservare come all’infittirsi di parole pertinenti ad un dato campo semantico tenda a corrispondere una analoga accresciuta frequenza di dati fonemi. La covarianza o convergenza fonosemantica potrà concorrere a costituire e ad individuare una sorta di impronta d’autore utile anche a dirimere questioni di attribuzione. L’indice di correlazione di Pearson potrà essere significativo a tale fine.

VII

Alla covarianza  fonosemantica è legata inoltre la teoria dell’Rna poetico. Trattando gli anagrammi, gli pseudoanagrammi e le ricorrenze foniche che attraversano il testo letterario, e quello poetico in modo particolare, e che tracciano una trama di permutazioni, sostituzioni, eliminazioni, inserzioni di lettere o sillabe, potranno essere individuate strutture dissipative, tra varianza ed invarianza, in cui risiede una componente cospicua, sebbene in parte inconscia, del messaggio poetico.
Muovendo dall’analogia fra lettere e nucleotidi, sembra ragionevole considerare significativa la sovrapponibilità di due sequenze fonosemantiche qualora essa renda necessarie non più di tre fra sostituzioni, permutazioni, inserzioni, cancellazioni.

VIII

A questa visione d’insieme potrà essere proficuamente applicata l’illuminante “perpendicolarità linguistica” teorizzata (Napoli 2007) da Graziella Tonfoni. Il vettore semantico potrà giacere sul’asse semantico che forma un angolo con l’asse sintattico (giacché è precisamente attraverso una rete di nessi sintattici 一 si può anche pensare, oggi, alle reti neurali e al semantic web 一 che le parole affini e contigue si congiungono a formare una campo semantico); quest’ultimo asse si sdoppierà, sempre secondo le indicazioni della linguista citata, in struttura superficiale e struttura profonda (o, forse, in una molteplicità inesauribile di sfumature e di livelli). Tale asse orizzontale, sintattico-semantico, formerà, per via emblematica e simbolica, una perpendicolarità con l’asse pragmatico; il quale, in quanto «allargamento o meglio specificazione del piano semantico», evocherà «una serie di “mondi possibili” plausibili, ma inadeguati, di per sé, a fornire rappresentazioni lessicali che vadano oltre il proprio dominio».   

IX

Sulla base delle ricerche di Stephan Vonfelt, si potrà ritenere che la rilevanza di un tratto stilistico in un'opera poetica sia in certa misura legata al rapporto aritmetico tra la frequenza con cui quel tratto si presenta in un determinato segmento di una data opera e quella con cui lo stesso tratto si presenta, in media, nella totalità di quell'opera (o all'interno di un corpus che, oltre a quell'opera, può comprendere l'insieme delle opere dell'autore, o anche, unitamente ad esse, una serie di opere affini per epoca, genere, corrente, clima culturale).
La formula non fa che rispecchiare e tradurre l'ormai consolidata idea di stile come "scarto dalla norma".
A ben vedere, tutto è Frequenza. Frequenza d'intensità e gradazioni luministiche e cromatiche nella pittura, di onde sonore nella musica, di ricorrenze concettuali e stilistiche nel testo letterario.
In ogni caso, nel discorso artistico (immagini suoni parole forme) la Frequenza crea e definisce un Tempo.
“Words move, music moves / Only in time; but that which is only living / Can only die”.

X

Interpretando, o semplificando, la legge di Zipf, si potranno correlare l'intensità semantica, l'energia entropica, la forza epifanica e rivelativa di una parola poetica al rapporto fra la sua posizione nella lista di frequenza e la sua frequenza statistica.
I valori così ottenuti, insieme alle stesse frequenze relative, potranno definire la portata, il peso e l'onda probabilistica di un dato campo semantico in una determinata opera o in un determinato autore; il che potrà non essere privo di utilità anche per le quesioni attributive.


XI

Ma, giunti a questo grado di complessità, l’approccio quantitativo, meramente computazionale, dovrà essere integrato e superato da uno sguardo qualitativo, da cui il discorso letterario, al pari di qualsiasi discorso metacognitivo, non può prescindere.
Tornerà utile, allora, la “semantica topologica” teorizzata da René Thom, Fernando-M. Pérez Herranz e Antonio J. Lόpez Cruces: e, allora, i vettori semantici, definiti e collocati nello spazio poetico per via quantitativa, si curveranno qualitativamente a seconda del loro contenuto, giacenti nello “sviluppo zero” della pura materia nominata o evocata (oro, acqua; essere, persistere, possedere) o sottoposti a catastrofi a piega (nascita e morte, frontiera e limite, principio e fine, apparizione-sparizione), a cuspide (freccia del tempo, guerra-pace, sonno-veglia, unione-separazione, Soggetto che sopravvive alla catastrofe), a coda di rondine (morfologia del suicidio, fenditura, taglio, solco, imminenza inesorabile), a farfalla (dono, transizione graduale, mediazione, cielo che si oscura), a ombelico ellittico (tensione, perforazione, stadio metastabile, viaggio o messaggio per via di mediazione), a ombelico iperbolico (vetta, arco, collasso, complesso metastabile che si scinde all’appressarsi del Soggetto che s’impossessa dell’Oggetto), ad ombelico parabolico (scissione, perforazione, taglio, spossessamento).   

XII

Com’è ovvio, tutto ciò che precede non andrà inteso in senso rigidamente, strutturalisticamente o neopositivisticamente, deterministico.



                                                         Matteo Veronesi  

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