giovedì 9 gennaio 2020

Giselda Pontesilli, "Per Mario Perniola ('Del sentire cattolico')"



Sto seduta in una scuola
che non ho mai frequentato


in un’aula d’altri tempi
in un banchetto di legno lavorato
in un lontano passato:


meraviglioso oggetto
col piano, lievemente inclinato,
di riposata, ripensata altezza
che educhi conforti
a una posizione lieta
desta: è
apribile (all’interno
si possono riservare varie cose)
e di lato
ha una specie di piccolo
scaffaletto, per gli antichi libri -penso-
che -col pensiero- vi trasporto
vi metto.


L’aula è ampia
con tende veneziane
alle vetrate ampie, bianche, arcuate.
La cattedra
in alto, dominante
è di forma non pesante, svasata
è davanti
a una grande croce lignea dipinta,
con il Cristo:
un’icona -penso-
e di fianco
in simmetrica asimmetria differenza
Venere con le Grazie
di Botticelli.


Siamo nell’Istituto
Villa Sora, dei Salesiani
vi si stanno svolgendo,
non in quest’aula, esami
di idoneità.

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