lunedì 10 aprile 2017

Elisabetta Brizio, "Per legame musaico"




Un gruppo di interventi, istantanee e note in margine a libri recenti. E due dialoghi.
ilmiolibro.it, Roma 2017

SOMMARIO
Inemendabilità.
Emergenza e rivoluzione, il proprium del realismo di Maurizio Ferraris

Il richiamo del solo vero

La condizione dell’in-baculum.
Maurizio Ferraris risponde

Follow your dreams
con Il bosco interiore di Leonardo Caffo

Riscrivere l’origine, nel tempo.
Disiecta per L’homme flottant di Jean Flaminien

Ripensando a Natura morta
a partire da un inedito

Ruffilli traduttore di Mandel’štam e delle Poesie di Jurij Živago

Ceci n’est rien. Ceci n’est pas rien

Certami, metrica, termica.
Un caso di reincarnazione poetica

Compos sui.
L’Assoluto di Massimo Sannelli

Rinasco, rinasco del Mille ottocento cinquanta.
Madeleine e straniamento temporale

Nota

venerdì 3 marzo 2017

"L'uomo è nato simbolista". Colloquio con Paolo Ruffilli sulle poesie di Pasternak

 


Non ha bisogno di presentazioni, c’è il romanzo, c’è il film. Allora ci possiamo esimere facilmente dalla presentazione di Jurij Živago, uno dei personaggi piú amati della letteratura. Passiamo subito a queste Poesie che Pasternak attribuisce al suo personaggio. Si tratta di una maschera senza segreto, perché evidentemente sono testi di Pasternak, ma Pasternak crea un’interposta persona e non c’è l’ombra di alcun mistero. È una mediazione, e in un certo senso è una traduzione. Ed ecco la mediazione di una mediazione, o la traduzione di una traduzione: Paolo Ruffilli media e traduce queste Poesie. Il libro è La notte bianca. Le poesie di Živago (Biblioteca dei Leoni, Castelfranco Veneto 2016).

I versi di Pasternak riflettono una particolare spazialità, quella del paesaggio russo. Nel loro respiro, nel loro ritmo di parole e di immagini si sentono la vastità, il silenzio e l’immobilità delle foreste e delle steppe, la stasi millenaria della natura. Come ha cercato di rendere questa spazialità metrica, questa musicalità visiva nella sua traduzione?


R. Per immersione, per così dire, e non soltanto nel mondo di Parternak, visto che da alcuni anni sono appunto immerso nella dimensione della grande madre Russia attraverso la continua rilettura e la traduzione di Mandel’štam, dell’Achmatova, della Cvetaeva.