Ripubblico qui due mie poesie apparse sulla rivista elettronica "L'Ombra delle Parole", diretta da Giorgio Linguaglossa. (M. V.)
I
Elegia della memoria e del viaggio
Non
è che memoria ogni viaggio
Diviene
solo
immagine pura, soltanto
un
fantasma tremante ogni meta
come
un'Itaca opaca, un'isola
svanente,
appena
toccata,
e abbandonata –
così
è ogni viaggio, già
tracciato
e concluso, partenza
e
ritorno, nel giro del pensiero –
così
ogni vita, ogni respiro, il verso
che
lacera lo spazio come lama
e
poi di nuovo regredisce al bianco
lunare
deserto dell'origine
E
tutto è parola, visione che vibra
e
vacilla nel suono che la suscita –
picchi
lontani, luminìo di acque
tenui
parole affidate alle foglie
e
sorrisi specchiati dalla neve –
e
ogni viaggio non è che memoria
II
Da una provincia d'Europa
Le
mie città –
il
movimento
e
il risveglio, o la perpetua veglia
che
ho e non ho vissuto
Barcellona
era
un piccolo prato senza nome
nel
divenire del giorno, nel morire
dell'ora
meridiana sulla riga
fra
ombra e luce –
lontano
ma
presente il bisbiglìo dei canti
e
il brulicare dei piaceri, e il porto
dalle
grandi navi ferme, dalle mille
luci
specchiate, in quello strano
gelo
di nuovi marmi –
Parigi
una
notte affondata, una spenta
elegia
su una carta
sbiadita,
il silenzio mattutino
di
una vetrina –
Venezia
il morire delle insegne
sul
tremito delle acque, il lamento senza voce
e
il pianto che mi seguiva come un'ombra –
Roma
e Firenze un serto di rovine
offerta
vana di parvenze mute –
e
Milano la città dei morti
che
vivono sotterra, inseguendo i loro giorni
divorando
le ore
e
amano la notte come larve
Ora
le chiamo, vuoti nomi, le città che ho fuggito
che
non mi hanno chiamato –
vengono
da sole a questo tavolo
al
rogo fioco della lampada
Ardono
più vivi
di
loro i loro spettri
sulla
mia pagina vana, in questo lembo
sperduto
di provincia da cui parlo
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