lunedì 14 luglio 2025

Un inedito di Paolo Ruffilli


(Immagine generata tramite IA)


Ho il piacere di presentare una poesia inedita di Paolo Ruffilli.

Una lirica “a colata unica”, Durchkomponiert si direbbe in musica; quasi una sottile e delicata declinazione, in termini di abbassamento intimistico più che di parodia, della dannunziana “strofe lunga”.

E una celebrazione del “presque-rien”, del quasi-nulla da cui può irraggiare il tutto, del “presque-silence”, “quasi-silenzio” in cui è racchiusa ogni voce, di Jankélévitch.

Rivisitazione in chiave amorosa, più che etica, dell’oraziano “contentus vivere parvo”?

Certo l’impalpabile interstizio, l’inconsistente ma essenziale velo di nulla fra l’abito e il corpo è il confine finissimo fra l’esistenza e l’inesistenza, fra la presenza e il ricordo.

Il dettato poetico, qui volutamente così esile che un soffio parrebbe bastare a dissolverlo, danza con passi lievi su quel fascinoso crinale.

(M. V.)


INSIEME

Come convincerti
della bellezza
che c’è nel poco,
quel minimo che si ribalta
nel tutto più assoluto
e ti fa subito sentire
l’inconsistenza
d’ogni altra cosa
tu possa fare,
di ogni altro posto.
Eppure dovresti
già avvertirla
la presenza impareggiabile
che c’è nel delicato
e nel nascosto qui di noi,
la nudità che appena
sotto gli abiti
canta la gloria
del nostro stare insieme
dentro l’esistenza.

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