martedì 10 luglio 2018

Giselda Pontesilli, "Su 'Tutte le voci di questo aldilà' di Andrea Temporelli"



Il Künstlerroman, il "romanzo d'artista", che ha per protagonista un artista o un poeta, e che attraverso le vicende e le vicissitudini, le oscillazioni e le sfumature, della narrazione ne mette in evidenza, e ne scompone dialetticamente, le idee estetiche e le scelte creative, ha - da Goethe a Mann, da Rilke a D'Annunzio - una lunga tradizione. Tradizione che, nella struttura adamantina e nella scrittura asciutta e limpida, lontana sia dalle strettoie del minimalismo che dalle contorsioni spesso vacue del neobarocco, di Tutte le voci di questo al di là, sembra vanificarsi ed implodere in un genio assoluto e proprio per questo negato, volutamente rimosso e sepolto nel silenzio, tramite l'evocazione di una poesia illuminante e dirompente, ma tenuta, per così dire, fuori scena, sospinta oltre i margini dell'inquadratura, tangibile indirettamente, ma forse ancor più intensamente, solo negli effetti che produce nel suo unico, quasi predestinato, lettore. Poesia presente, infine, solo nell'unico modo oggi forse rimastole: ovvero nella sua assenza, di cui il suicidio (quasi pavesiano "non più parole, un gesto") sancisce infine la gloriosa sconfitta, il titanico annientamento. E si potrebbe pensare, con Blanchot, all'assoluto di una letterarietà quasi metafisica, di cui il bianco il vuoto il silenzio l'eclissi possono essere l'unica degna veste, la sola forma aderente; se non fosse che la vicissitudine e il dramma della creazione non impossibile, non incompiuta, ma ugualmente vana, sono calati, qui, atrocemente, nell'opaca realtà (l'istruzione, i convegni) in cui proprio la cultura dovrebbe trovare (e forse un tempo trovò) espressione ed eco, e che non sembra essere, oramai, altro che un labirinto d'ombre, una pallida danza di fantasmi. (M. V.) 

L’autore del romanzo, che in prima persona appare solo due volte di sfuggita, ne è tuttavia il perno centrale, in una sorta di coraggiosa autobiografia in terza persona che ci mostra (tra l’altro) due ambienti in cui si svolge la sua vita: la scuola, dove fa il professore, e l’ambiente letterario, dov’è critico e poeta.